Anno X - N° 50

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Marzo/Aprile 2022

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Anno X - N° 50

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Effemeridi • Pillole di satira e costume

Porte girevoli


di Fadila

Scomparsi dagli schermi televisivi dopo un periodo interminabile, i virologi, gli epidemiologici e i tanti altri che hanno a che vedere con le pericolose creature invisibili, non abbiamo fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo che, subito, il loro posto è stato preso da altri esperti di sciagure sulla terra. Sono arrivati, infatti, con lo scoppio della guerra in Europa gli analisti di conflitti tra cui alti ufficiali in pensione, studiosi e di politica internazionale, che, in crescendo, com'era successo per i primi hanno occupato tutti gli spazi disponibili.

Siamo caduti, dunque, dalla padella nella brace e tanti hanno continuato a toccare ferro perché ritengono entrambe le categorie portatrici di sciagure. Seppure questo timore mi sembri esagerato, nessuno può mettere in dubbio il fatto che il loro apparire certifica una sfiga in qualche parte del nostro pianeta. La loro presenza tuttavia, è diventata con grande rapidità, noiosa perché argomentazioni su avanzate e ritirate, armi e logistica non erano le più idonee a mantenere vivo l’interesse degli spettatori. Allora per tema di perdere audience come si dice col solito inglesismo, i conduttori televisivi hanno cercato di spettacolarizzare le trasmissioni trasformando un argomento serio e drammatico carico di sofferenze in una gazzarra da cortile tra ospiti su posizioni contrastanti come se anziché di un atroce conflitto si trattasse di un evento calcistico con la partecipazione delle tifoserie di squadre avversarie, oltretutto quelle peggiori delle curve.

Fadila 50 1Ma anche questo non è stato sufficiente e allora si è ricorso all’aspetto macabro della vicenda; fosse comuni, corpi senza vita, arti che uscivano dal terreno non per suscitare la pietas degli spettatori, ma per disquisire sulla responsabilità di quelle uccisioni, facendo finta di non sapere di chi fossero. Dal dolore all’inchiesta come se si dovesse andare alla ricerca dell’omicida ancora sconosciuto di un banale evento di cronaca nera.
Per questo ritengo che gran parte dei conduttori, diversamente dai corrispondenti di guerra che svolgono egregiamente il loro rischioso lavoro, si stia rivelando profondamente inadeguati e trattare questi tragici eventi. Ce n'è stato uno che ha voluto strafare assumendo il falso ruolo del reporter, andando sul fronte di guerra ma al sicuro nelle retrovie in un albergo, dove tra l’altro ha avuto il cattivo gusto, mentre la gente in quella località era terrorizzata dalle bombe, soffriva pene indicibili e moriva, di presentare e fare la pubblicità di un libro di un suo ospite in collegamento dallo studio. Quest’ultimo, che ho sempre stimato e che pure mi è sembrato imbarazzato, ha lasciato, purtroppo, che venisse fatta una tale indecorosa sceneggiata.

Tuttavia, nonostante tutti i tentativi messi in atto, questo tipo di trasmissione non funziona e la gente dopo qualche tempo cambia canale per vedere altro. E questo perché un evento drammatico come la guerra con tutte le sue disastrose conseguenze, non può essere oggetto di un talk show. Qualche presentatore che si ritiene più furbo degli altri ancora insiste e sembra che sia riuscito a catturare un opinionista dalle idee bislacche da gettare in pasto al pubblico. Deve servire come bersaglio alle ire della platea. Qualcuno di questi personaggi in cerca di notorietà a tutti i costi si trova sempre ed è probabile che accetti di svolgere questo ruolo suicida pensando al proprio futuro. Perché sa che c’è sempre qualche partito pronto a offrirgli la candidatura nelle proprie liste per un probabile posto in Parlamento. Quadrato Rosso

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