Un’occasione da non perdere

di Fabrizio Di Lalla

Fabrizio Di Lalla 3La Commissione Lavoro del Senato ha approvato in sede referente il disegno di legge delega sulla riforma del lavoro, attualmente in discussione in aula, comprensivo dell’emendamento governativo sul contratto di lavoro a tutele crescenti e il potenziamento dell’attività di controllo pubblico con la previsione della creazione di un’agenzia unica per le ispezioni del lavoro. Quest’ultimo aspetto rappresenta, dopo un lungo periodo d’indifferenza dei vertici politici succedutisi nel tempo, il primo vero atto di volontà per una radicale inversione di tendenza alla parcellizzazione delle funzioni in materia di lavoro, teso a correggere la manifesta inadeguatezza delle molteplici strutture disseminate sul territorio non in grado di garantire servizi che abbiano un minimo di efficienza. Prestazioni scadenti causate da organizzazioni del lavoro che trovano la loro principale ragion d’essere nella cultura burocratica, strumentazioni inadeguate e, soprattutto, frantumazione dei compiti, avvenuta attraverso un processo durato decenni.

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Pubblica Amministrazione,
dov’è la riforma?

di Claudio Palmisciano

Oramai da qualche anno a questa parte i Governi che si sono susseguiti alla guida del Paese (almeno dal 2008) hanno scelto di intervenire in maniera piuttosto pesante sul rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti con l’intento dichiarato di far uscire la Pubblica Amministrazione da una situazione di inefficienza generalizzata rispetto alla domanda, proveniente dalla società civile, di una burocrazia snella e utile.

Si tratta, in buona sostanza, di un processo di progressiva riduzione dei diritti – principalmente di quelli economici – che ha potuto contare sul consenso della opinione pubblica mossa da una sorta di livore provocato da autorevoli interventi di giuristi che sulla materia si sono nel tempo esibiti e anche a sproposito; merita di essere citato, per la maestria con cui si è cimentato [...]

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Non ci sono più le mezze stagioni

di Renato Nibbio

“Non ci sono più le mezze stagioni” … e neppure il senso dello Stato?
Due ben diversi luoghi comuni!

Il refrain indotto dalle mutevoli ed insolite variazioni meteorologiche ci accompagna in questi ultimi tempi verso la rassegnazione, dovendo noi accettare passivamente – e spesso persino rabbiosamente – ciò su cui la Natura non ci consente di intervenire. O, meglio, a parere di alcuni, siamo noi stessi in massima parte la causa di questi sconvolgimenti.

E climatologi come Damon Matthews della Concordia University di Montréal e Susan Solomon del MIT ritengono irreversibili i cambiamenti climatici; ciò almeno sulla scala di qualche secolo. Non con questo invitano alla rassegnazione di fronte al global warming, ed anzi insistono [...]

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