Anno X - N° 51

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Maggio/Giugno 2022

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Anno X - N° 51

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Le strade della sicurezza sono infinite


di Matteo Ariano [*]

Matteo Ariano 46

Nei giorni scorsi l'INAIL ha pubblicato l'aggiornamento dei dati relativi agli infortuni e alle morti di lavoro.

Due sono i dati, a mio parere, particolarmente rilevanti: un importante aumento degli infortuni femminili e quello esponenziale degli infortuni in tre settori – trasporti e magazzinaggio, sanità e assistenza sociale e nei servizi di alloggio e ristorazione –, con percentuali che vanno dal 102 al 160% (!!!) rispetto al 2021.

Sarebbe utile verificare quanti infortuni femminili ci sono stati in questi specifici settori economici. Infatti, se consideriamo che almeno due dei tre settori (sanità e assistenza sociale, alloggio e ristorazione) vedono probabilmente una forte presenza di occupazione femminile se ne potrebbe forse desumere che nonostante i tanti proclami sull'incentivazione del lavoro femminile, non si è capaci di tutelarlo, anzi.

Altro aspetto fondamentale è che in questi stessi settori, molto spesso, si riscontrano due fenomeni rilevanti: l'utilizzo di subappalti e quindi di una esternalizzazione che riduce i costi, in primis della sicurezza.

Poi, l'impiego dei cosiddetti contratti pirata, ossia contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni sindacali di scarsa rappresentanza, che producono un abbassamento dei costi in favore dell'azienda, riducendo paghe e diritti dei lavoratori: nel settore del magazzinaggio, ad esempio, questo fenomeno si riscontra molto (troppo) frequentemente.

Al di là del rafforzamento della vigilanza e degli interventi repressivi, occorrerebbe anche prevenire certi fenomeni distorsivi.

Ariano 51 1Potrebbe essere utile, in tal senso, una legge sulla rappresentanza sindacale che stabilisca i criteri e le procedure in base a cui considerare una sigla sindacale maggiormente rappresentativa e quindi stabilire che hanno validità solo quei contratti collettivi sottoscritti dalle OO.SS. maggiormente rappresentative.

Decenni fa, il pubblico impiego pullulava di decine di sigle sindacali. Grazie all'introduzione di meccanismi precisi normativamente prefissati, che fanno riferimento al dato elettorale conseguito alle elezioni RSU e alla conta degli iscritti a precise scadenze, si è riusciti a definire in modo chiaro la rappresentatività sindacale all'interno della Pubblica Amministrazione, eliminando la polverizzazione sindacale preesistente. Uno dei principali artefici di quel processo fu proprio il prof. D'Antona.

Che il meccanismo funzioni lo dimostra anche la partecipazione alle elezioni delle RSU, da far invidia alle elezioni politiche. Perché non ragionare sull'applicabilità di un modello simile anche nel privato?

In tal modo, si potrebbe forse anche risolvere in modo agevole la questione della definizione del salario minimo, che a quel punto potrebbe essere considerato come il salario base fissato dai contratti collettivi di settore sottoscritti dalle OO.SS. maggiormente rappresentative.

La sicurezza del lavoro e magari anche la tutela di buona occupazione, forse potrà sembrar strano, ma può passare anche da questa via. Quadrato Rosso

[*] Presidente della Fondazione Prof. Massimo D’Antona

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