Anno X - N° 52

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Luglio/Agosto 2022

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Così vero da sembrare finto


di Fabrizio di Lalla [*]

Fabrizio Di Lalla 30 31

A volte si dice che un fiore o un altro elemento naturale è tanto bello da sembrare finto e viceversa. Parafrasando questo detto popolare, mi viene da dire che l'ANPAL è tanto reale in quanto creata da una norma di legge da sembrare fittizia e inutile. È sconosciuta ai più e ignorata dalla stampa, salvo in qualche rara eccezione come quando sono stati messi in evidenza i comportamenti non proprio ortodossi dell’ex presidente venuto dal Mississipi. Anche se al suo interno si elaborano documenti e statistiche, si scrivono e si ricevono lettere, tutto è irrilevante e di nessuna utilità alla collettività. Ciò perché alle politiche attive del lavoro da oltre un quarantennio ci pensano le regioni per gli obiettivi e la gestione amministrativa. Che le esercitino male è un altro discorso.

L’Ispettorato non si può certo paragonare a tale agenzia perché le sue funzioni le svolge veramente. Il guaio è che le esercita in condominio con enti, istituti previdenziali e regioni, che hanno un peso politico molto più rilevante e una sproporzione in loro favore di risorse finanziarie e strumentali. Con tale differenza di potere contrattuale, quelle poche volte che le cose vanno bene il merito viene attribuito agli altri, quando vanno male la responsabilità è dell’Ispettorato. Quante volte la stampa ha attribuito alla sua inefficienza il verificarsi d'infortuni sul lavoro o di morti bianche quando non ne aveva le competenze!

Questa situazione d'irrilevanza è dovuta essenzialmente agli errori commessi al momento della loro creazione, quando non sono state affidate loro funzioni esclusive per il solito compromesso all’italiana.

Da ciò discendono conseguenze negative anche per il personale. Che non sia una mia esagerazione lo dimostrano i recenti avvenimenti riferiti al mancato adeguamento nei loro confronti dell’indennità di amministrazione perequata ai dipendenti del comparto ministeri. Si è trattata di una disparità di trattamento, una vera e propria lesione dei diritti, che non trova alcuna giustificazione.

Oltre al peccato originale, tuttavia, in questa disgraziata vicenda ci sono anche diffuse responsabilità, a livello di Presidenza del Consiglio, di Tesoro, di Funzione Pubblica e, probabilmente, anche dei vertici politici e burocratici del Lavoro. Dico questo perché quando si fa un decreto che riguarda il personale di più amministrazioni, è prassi normale la concertazione tra esse e il governo. La cosiddetta svista dimostra con quanta leggerezza si opera nel settore pubblico.

Chi non ha nessuna colpa è il sindacato e la riprova è contenuta nel DPCM in cui non c’è traccia di alcun suo coinvolgimento. Questa incredibile esclusione, tuttavia, è grave perché l’indennità di amministrazione è materia contrattuale. Ciò dimostra, purtroppo, l’attuale scarso potere contrattuale del sindacato e delle strutture di rappresentanza intermedia in generale, uno dei grandi mali della gestione politica della seconda repubblica. Fatto sta che il personale sente profondo disagio e umiliazione per questa disparità di trattamento. Il rifiuto di un’alta percentuale dei vincitori dei recenti concorsi ad accattare il posto di lavoro, una cosa mai vista nel passato, è la dimostrazione che l’irrilevanza attuale dell’organo di vigilanza e la retribuzione non adeguata alle funzioni sono due delle cause che stanno alla base di tale atteggiamento.

Guardando avanti, ritengo necessario che le migliori menti della politica, delle istituzioni e del sindacato si battano per superare queste contraddizioni che fanno male non solo alla pubblica amministrazione ma all’intera società. Nel caso specifico si riportino le funzioni alla loro necessaria unità per tendere a un auspicabile standard di efficienza. Tra tutti il sindacato dovrebbe essere in prima fila anche per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, altrimenti corre il rischio di farsi prendere in contropiede come è avvenuto con l’indennità di amministrazione. Quadrato Rosso

[*] Giornalista e scrittore. Consigliere della Fondazione Prof. Massimo D’Antona Onlus.

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