Anno XI - n° 55

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Gennaio/Febbraio 2023

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Anno XI - n° 55

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Il gioco del ping pong


di Fabrizio di Lalla [*]

Fabrizio Di Lalla 30 31

Circola con sempre maggiore insistenza la voce che la Ministra del Lavoro Calderone abbia intenzione di abrogare le norme che hanno consentito l'istituzione delle due agenzie del lavoro. Al momento non sono in possesso di riscontri decisivi sulla veridicità di tale informazione o sul contenuto del progetto ministeriale e poiché sono abituato a scrivere su elementi certi dovrei astenermi dal farlo anche questa volta. E tuttavia giacché tali notizie provengono da fonti di solito ben informate e riguardano una platea molto numerosa, mi viene l’obbligo di fare alcune considerazioni.

Un dato è certo ed è davanti agli occhi di tutti. Nonostante l’impegno del personale dirigenziale e non la funzione ispettiva risulta inadeguata rispetto alle esigenze della società come lo è stata negli ultimi decenni. Quanto all’ANPAL la sua inconsistenza è incontrovertibile. Penso che oltre agli operatori e agli addetti al lavoro nessuno degli altri sessanta milioni d'italiani sappia della sua esistenza o comprenda la sua utilità. Pare che l’unico che ne ha tratto un qualche modesto beneficio sia stato il professore del Mississippi, direttore dell’ente per qualche anno. Pertanto continuare a parlarne diventa penoso per chi scrive e per i pochi che mi leggono anche perché è la sbiadita fotocopia delle strutture regionali, le cui politiche attive, peraltro, sono pressoché inesistenti.

Dl Lalla 55 1Diverso è il caso dell’Ispettorato del Lavoro le cui carenze hanno un forte impatto negativo sulla società. I risultati dopo la creazione dell’Agenzia con il suo ampio grado di autonomia non sono stati, purtroppo, quelli sperati dal legislatore, ma va detto che quest’ultimo ne è il maggiore responsabile. Non è la prima volta che accade nel pubblico, ma il modo in cui tale creatura è stata costituita grida ancora vendetta. Infatti, avendo ceduto alle pressioni e agli interessi di parte, è stato creato un organismo debole senza le risorse necessarie, le cosiddette riforme a costo zero, con funzioni in condominio con altre istituzioni pubbliche; per di più ultimamente tale condominio è stato allargato anche al settore della prevenzione, questa volta con le regioni. Tutto ciò ha creato un ambiente simile a una giungla in cui prevalgono le sue leggi che non sono certo quelle della collaborazione e della solidarietà ma del più forte, come ben sanno gli operatori dell’Ispettorato del Lavoro.

Ecco, gentile Ministra, qual è il vero problema. Non tanto la forma istituzionale quanto la sostanza delle cose che in questo caso coincide con la razionalizzazione e la riunificazione delle funzioni. Il toro va affrontato per le corna, se si vuole risolvere il problema di tale importante servizio pubblico. Il ritorno al passato, dopo appena sette anni dall’ultima riforma, non sarebbe compreso né dal personale né dall'opinione pubblica e potrebbe apparire solo come un’inutile scorciatoia che non porta da nessuna parte o fumo negli occhi agli utenti; un assurdo gioco del ping pong in cui a perdere sarebbero la credibilità della politica e la tutela dei lavoratori. La questione, mi rendo conto, non è di facile soluzione perché ogni volta che nel passato qualcuno ha tentato di eliminare la dannosa dispersione funzionale, si è trovato di fronte una barriera insuperabile d'interessi disparati pronti a coalizzarsi: burocratici, politici, datoriali e perché no anche sindacali.

Occorre pertanto una solidarietà politica notevole per superare tale coacervo d'interessi altrimenti, gentile Ministra, la sconfitta è inevitabile. Se vuole aumentare il suo potere contrattuale, denunci con coraggio l’assurdità di tale situazione, coinvolga intorno a sé il personale rendendolo partecipe del progetto, mobiliti l’opinione pubblica. Forse, in tal caso, qualche possibilità di successo potrebbe anche esserci e sarebbe tutta un’altra storia. Quadrato Rosso

[*] Giornalista e scrittore. Consigliere della Fondazione Prof. Massimo D’Antona Onlus.

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