Anno XI - n° 56

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Marzo/Aprile 2023

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Anno XI - n° 56

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Effemeridi • Pillole di satira e costume

Aspetti della stupidità umana


di Fadila

Abbiamo visto tutti la reazione del sindaco di Firenze che, dopo un attimo d'incredulità, si è lanciato verso il teppista che stava oltraggiando con la vernice rossa uno degli edifici più belli della sua città, cercando di giustificare il suo gesto come un atto di protesta contro la scarsa attenzione data dalle classi dirigenti del nostro Paese ai problemi ecologici. Sembrava l’atto irripetibile di uno squilibrato in cerca di pubblicità. Non era, purtroppo, così perché a distanza di qualche giorno il fattaccio si è riproposto a Roma ai danni della Barcaccia di Piazza di Spagna dove altri pseudo ambientalisti, immersi nella fontana fino alla vita, hanno gettato nell’acqua una notevole quantità di vernice, questa volta nera, con i vigili urbani in affanno per cercare di bloccarli. Ha fatto il giro del mondo, infatti, la fotografia in cui elementi della polizia municipale, per non bagnarsi le scarpe e gli indumenti, sono in bilico sul ciglio della fontana.

La gente normale come me non riesce a capire il nesso tra tali gesti vandalici che mettono a repentaglio opere d’arte immortali e il giusto risalto da dare a un problema così importante come quello ecologico e si chiede se non sarebbe più utile e dignitoso per loro l’autocospargimento della vernice sul proprio corpo in un luogo pubblico.

Queste manifestazioni di stupidità fanno il paio con quelle di coloro che, riprendendo i temi di protesta dei Black Lives Matter, chiedono di abbattere le statue di alcuni personaggi famosi, come per esempio Cristoforo Colombo, perché tacciati di razzismo e schiavismo. In Italia i seguaci di tale movimento si sono comportati in modo meno violento preferendo imbrattarle piuttosto che buttarle giù come hanno fatto a quella di Indro Montanelli per i suoi trascorsi coloniali.

Le ho definite manifestazioni di stupidità perché la storia ha le sue regole dettate dall’evoluzione umana in termini di ideologie, sensibilità e diritti. Quella umana, peraltro, non è roba da educande ma fatta anche di sangue e morte. Il progresso, infatti, è andato avanti nei millenni spesso accompagnato da violenze, guerre, uccisioni, sottomissioni e sofferenze; anche le grandi civiltà hanno avuto il loro lato oscuro.

La Grecia antica, la cui civiltà è da tutti riconosciuta come l’origine e il faro dell’Europa e dell’occidente, ammetteva la schiavitù ed era razzista. Chi non sa che a Sparta i bambini non perfetti venivano eliminati? Il diritto romano, su cui ancora per alcuni versi fa riferimento quello moderno, si è diffuso nell’impero e oltre attraverso guerre, massacri, distruzioni e assoggettamento di intere popolazioni alla schiavitù. Poi attraverso i secoli c’è stata l’omologazione tra i popoli che da sudditi sono diventati cittadini romani. La scoperta del Nuovo Mondo non è stata il risultato di una gara sportiva ma resa possibile per il forte desiderio d’avventura di uomini coraggiosi e spregiudicati come Colombo, Vespucci e tanti altri navigatori che affrontavano i rischi dell’ignoto, spinti dal desiderio della ricchezza e del potere e per essi hanno anche usato violenza alle popolazioni locali.

Da allora è iniziato il periodo del colonialismo che è durato fino al secolo scorso con la sottomissione dei tre quarti dei popoli del pianeta. E Kipling, premio Nobel per la letteratura, di cui da ragazzi abbiamo amato le opere tra cui Il libro della giungla, ne è stato uno dei massimi fautori, affermando che era la missione dei popoli civili; il fardello dell’uomo bianco.

Dopo la battaglia di Lepanto, con la sconfitta della flotta dell’impero ottomano furono catturati migliaia di mussulmani, resi schiavi e spartiti tra le potenze della lega cristiana. Qualche centinaio con tale status fu portato persino alla corte del pontefice, dove prestò servizio alle dipendenze della curia. Per tale motivo buttiamo giù tutta la Città del Vaticano?

Ogni cosa, quindi va rapportata alla propria epoca. La storia va studiata con serietà senza spirito di parte evidenziando e condannando anche i suoi aspetti negativi. Non è buttando giù qualche statua che si risolve il problema del razzismo né spruzzando vernice a qualche opera d’arte che si mette all’ordine del giorno l’ecologia. Semmai si corre il rischio di ottenere l’effetto contrario. Quadrato Rosso

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