Anno XI - n° 59

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Settembre/Ottobre 2023

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Anno XI - n° 59

Settembre/Ottobre 2023

L’ANMIL compie 80 anni

L’incontro con Papa Francesco, con il Presidente Mattarella e la 73ª Giornata dell’8 ottobre


di Zoello Forni [*]

Zoello Forni 51

Il 2023 è un anno simbolico per l’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori, Mutilati e Invalidi del Lavoro) che lo scorso 19 settembre ha compiuto 80 anni.

Otto decenni da quel 19 settembre 1943, quando l’Associazione, dopo lo scioglimento imposto dal regime fascista e i duri anni della Guerra, venne ricostituita a Roma ad opera di un gruppo di tenaci invalidi del lavoro, dando vita a quella che sarebbe diventata la maggiore Associazione tra vittime del lavoro in Italia e in Europa. Oggi l’Associazione conta circa 250.000 iscritti e rappresenta una categoria composta da quasi 650.000 titolari di rendita INAIL, tra infortunati sul lavoro, tecnopatici, vedove e orfani di caduti sul lavoro.

Zoello 59 3Un anniversario che l’Associazione ha celebrato con un fitto calendario di incontri e appuntamenti, tra i quali particolare importanza hanno avuto le udienze private concesse all’Associazione dal Santo Padre Papa Francesco e dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tenute lo scorso 11 settembre.

Il Pontefice ha ricevuto una delegazione di 300 rappresentanti dell’Associazione, un momento di profonda condivisione vissuto con il cuore pieno di gratitudine verso Papa Francesco, che ancora una volta ha dimostrato la sua grande sensibilità verso un tema purtroppo sempre di drammatica attualità, insieme alla sua sentita vicinanza all’ANMIL e a tutte le vittime di infortuni, alle vedove e agli orfani.

L’incontro con Papa Francesco ci ha ricordato ancora una volta quanto la vita e la salute siano beni preziosi di cui avere cura.

Il Santo Padre ha espresso in più di un’occasione il suo monito contro un mondo del lavoro sempre più disumanizzato, nel quale la vita è troppo spesso considerata meno importante del profitto, invitando a prenderci cura dell’altro, a recuperare la capacità di vivere come fratelli e sorelle nel luogo di lavoro, a non accettare che nel nome del guadagno si trascuri la sicurezza dei lavoratori. Le parole del Pontefice sono state dirette e chiare: l’uomo non è una macchina e la vita va tutelata sempre al di sopra di tutto.

Il Pontefice ha onorato l’ANMIL con parole di grande apprezzamento per il suo operato, riconoscendo l’impegno nel tenere alta l’attenzione sulla sicurezza, nelle iniziative di miglioramento della legislazione, nell’opera di sensibilizzazione e affinché sia garantita la giusta tutela assistenziale e previdenziale e opportunità di reinserimento alle vittime.

Nella stessa giornata l’Associazione ha avuto il privilegio di incontrare anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricevuto in Quirinale una ristretta rappresentanza dei dirigenti associativi. Anche questo incontro è stato per l’ANMIL molto significativo, un’occasione sia per rivendicare la migliore tutela assicurativa delle vittime di incidenti e malattie professionali sia affinché le quotidiane tragedie che ancora accadono con le stesse modalità non si verifichino più e la sicurezza sia messa al primo posto in ogni ambito lavorativo, prima della produttività, prima del guadagno.

Zoello 59 5Anche dal Presidente Mattarella sono giunte parole di grande stima e apprezzamento per l’operato dell’Associazione, per il suo ruolo di tutela, supporto e assistenza delle vittime. Un impegno che, come dichiarato dalla massima carica dello Stato “non può annullare il dolore, ma contribuisce ad alleggerirlo avendo vissuto tutti voi queste tragiche esperienze”.

Il pensiero, in quella giornata, non poteva non andare alla tragedia di Brandizzo avvenuta solo pochi giorni prima, ai cinque operai deceduti e alle loro famiglie. Il più giovane di loro aveva solo 22 anni e la perdita delle loro vite è un’ingiustizia che mai potrà essere cancellata. Un’ingiustizia che però non è diversa da quella che riguarda tutte le altre vittime che muoiono ogni giorno nel più totale anonimato e silenzio mediatico.

Condividendo in pieno le parole del Capo dello Stato, che ha definito le morti sul lavoro “un oltraggio ai valori della convivenza”, l’Associazione ha voluto lanciare un appello affinché in queste tragedie nessuno parli di fatalità, perché nessun incidente deve essere considerato frutto del caso o della sfortuna, ma solo frutto dei comportamenti, degli interessi e della sottovalutazione dei rischi.

Tanti, troppi infortuni vengono denunciati all’INAIL. Solo nei primi sette mesi del 2023 le denunce sono state 344.897, con ben 559 incidenti mortali: quasi 3 morti al giorno, 19 a settimana e 80 al mese. Ma molti altri sono quelli che “sfuggono” a queste statistiche, perché si tratta di lavoratori diversamente assicurati, per non parlare di quanti non denunciano per paura di perdere il lavoro.

L’ANMIL è da sempre attiva nella sensibilizzazione e nella diffusione della cultura della sicurezza nelle aziende e nelle scuole, attraverso iniziative e progetti innovativi. Agli studenti, in particolare, l’Associazione dedica grande attenzione, nella convinzione che interiorizzare già da giovani una solida cultura della sicurezza permette di recepire l’importanza del rispetto delle norme e far sì che queste vengano osservate con maggiore consapevolezza e senso di responsabilità.

Parlando di prevenzione di incidenti e malattie professionali, l’ANMIL vuole passare dalle parole ai fatti, mettendo a disposizione il suo più grande patrimonio: le testimonianze dirette delle vittime del lavoro. La testimonianza è diventata per l’ANMIL il mezzo per parlare di prevenzione in un modo innovativo ed efficace, arrivando là dove la formazione burocratica non può arrivare, ovvero alle coscienze.

Da oltre vent’anni portiamo le nostre storie nelle aziende e nelle scuole, per raccontare quello che abbiamo vissuto in prima persona e arricchire la formazione in tema di salute e sicurezza sul lavoro dell’insostituibile valore dell’esperienza. Un metodo innovativo, la cui efficacia è stata ampiamente riconosciuta, sia dalle aziende e dalle scuole che ogni anno ci contattano per avere le nostre testimonianze, sia dalle Istituzioni che stanno dando alla testimonianza un ruolo formale. Già in alcune regioni, come il Lazio, l’Abruzzo e le Marche, il Testimonial/Formatore per la sicurezza è stato istituzionalizzato nel sistema formativo e ci auguriamo che questo possa avvenire nel tempo in tutto il Paese.

Dalla frequentazione del mondo scolastico, incontrando decine di migliaia di studenti negli ultimi vent’anni, abbiamo sempre prodotto materiali didattici innovativi, che i nostri Testimonial utilizzano per rafforzare il valore di ciò che noi facciamo e per armonizzarlo con le attività curriculari delle scuole.

Sia a Papa Francesco che al Presidente Mattarella abbiamo voluto donare l’ultima realizzazione didattica dell’ANMIL rivolta ai bambini delle scuole elementari, denominata ‘Memoria e sicurezza’. Un gioco con le carte ispirato al famoso memory, nel quale i bambini devono abbinare l’immagine di una situazione di rischio a quella del corrispondente comportamento sicuro. Uno strumento semplice ma efficace per sedimentare nelle loro coscienze l’attenzione e la capacità di valutare i rischi in ogni ambito della vita.

Zoello 59 4L’appello dell’Associazione non si ferma alla prevenzione di queste incalcolabili tragedie, ma si rivolge anche alle vittime e alle loro famiglie, affinché non vengano lasciate sole e lo Stato si faccia carico dei loro bisogni con prestazioni giuste e in grado di restituire dignità e piena integrazione nel mondo del lavoro e nella vita di relazione.

A fronte di un incidente sul lavoro o di una malattia professionale, la qualità e l’efficacia della tutela assicurativa riconosciuta alle vittime e alle loro famiglie sono determinanti. In questi ottant’anni l’ANMIL ha condotto innumerevoli battaglie per far sì che l’assicurazione contro infortuni sul lavoro non garantisse solo un ristoro economico, pur necessario, ma una presa in carico strutturata e globale della persona in tutti gli aspetti della vita compromessi dall’evento lesivo.

Questo progresso può e deve continuare, ma per farlo non è più possibile rinviare una riconsiderazione generale della struttura complessiva della tutela assicurativa, disegnata su una società ormai profondamente cambiata. Il Testo Unico sull’assicurazione contro infortuni sul lavoro e malattie professionali (DPR 1164 del 1965) è ormai vigente da quasi sessant’anni: in questo lungo periodo il nostro Paese è andato incontro a profondi cambiamenti che hanno interessato l’economia, il mercato del lavoro, le politiche previdenziali, i rapporti sociali ed anche quelli familiari. L’Italia di oggi non è paragonabile a quella del 1965, ma è su quel modello che continua a basarsi la tutela assicurativa contro infortuni e malattie professionali, pur con l’apporto delle numerose modifiche e integrazioni intervenute in questi decenni che, se da un lato hanno permesso di accogliere nuove esigenze, dall’altro hanno minato la chiarezza ed uniformità del Testo Unico.

Pensiamo anche a quante categorie sono ancora escluse dall’assicurazione INAIL contro infortuni e malattie professionali. Parliamo di oltre due milioni di lavoratori non assicurati dall’Istituto, che svolgono anche professioni ad alto rischio come gli appartenenti alle forze dell’Ordine, i Vigili del fuoco o ancora i giornalisti e molti altri. Il rapporto di lavoro oggi è sempre meno legato alla “subordinazione”, esistono forme di lavoro autonomo sempre nuove e lo stesso luogo di lavoro è diventato un concetto sempre più sfumato, per effetto delle nuove tecnologie e modalità organizzative aziendali. Su questi aspetti dovremmo riflettere per adeguare l’ordinamento e non rischiare di lasciare zone d’ombra.

I tempi sono maturi per una riforma globale della normativa assicurativa, che sappia garantire prestazioni economiche, sanitarie e riabilitative adeguate, reinserimento sociale e lavorativo, migliore tutela dei familiari superstiti, allargamento della platea dei lavoratori assicurati.

Senza contare che le famiglie delle vittime sono spesso costrette a rivivere il dolore per anni nelle aule dei nostri Tribunali, bloccate in lunghi processi che addirittura arrivano a chiudersi per prescrizione, un epilogo indegno e inaccettabile. La cronica lentezza della nostra giustizia è un ulteriore schiaffo alle vittime e un supplizio per chi attende di poter vedere chiuse, almeno dal punto di vista processuale, queste tragiche vicende.

Mentre scriviamo, mancano pochi giorni alla 73ª Giornata Nazionale per le Vittime di incidenti sul lavoro, che il prossimo 8 ottobre l’ANMIL celebrerà con iniziative in tutta Italia. Un appuntamento fortemente sentito dall’Associazione, istituzionalizzato nel 1998, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, nella seconda domenica di ottobre.

La Giornata rappresenta non solo un momento di ricordo e di commemorazione, ma anche un’occasione preziosa per fare il punto sull’andamento del fenomeno infortunistico, sulle politiche in tema di tutela delle vittime e di prevenzione di incidenti e malattie professionali. 

Un evento che riunisce in tutto il Paese istituzioni nazionali e locali, parti sociali, cittadini e media con l’obiettivo di rivendicare azioni concrete che mettano fine a questo tragico fenomeno.

Quest’anno la manifestazione principale sarà ospitata dal Comune di Roma, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. Una cornice prestigiosa, dove si avvicenderanno gli interventi delle massime autorità, tra le quali: il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone, delegata in rappresentanza del Governo, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, i Presidenti delle Commissioni Parlamentari d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, Sen. Tino Magni e On. Chiara Gribaudo, il Presidente del CIV INAIL Guglielmo Loy e il Commissario straordinario INAIL Fabrizio D’Ascenzo.

Tutela delle vittime e prevenzione saranno i due grandi temi che l’ANMIL metterà sul tavolo in occasione della Giornata, confidando nella collaborazione delle Istituzioni, della politica e del mondo del lavoro ad affrontare con concretezza e decisione le tante criticità non più rinviabili.

La nostra Associazione è pronta ad offrire la sua lunga esperienza e la profonda conoscenza delle zone grigie del mondo del lavoro, delle esigenze delle vittime e delle loro famiglie, ma anche delle opportunità che possono aprirsi per loro.

L’appello dell’ANMIL nel suo ottantesimo anniversario e per la 73ª Giornata è che tutti si sentano parte attiva della lotta ad incidenti e morti sul lavoro: dalle Istituzioni ai singoli cittadini, è necessario che la società compia un salto culturale affinché tutti si sentano responsabili della sicurezza in ambito lavorativo e si arresti questa drammatica sequenza di tragedie quotidiane. Quadrato Rosso

[*] Presidente ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del lavoro)

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