Anno XIII - n° 69

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Maggio/Giugno 2025

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Metalmeccanici: un CCNL con più risvolti


di Matteo Ariano [*]

Matteo Ariano 46

Nei giorni scorsi si è tenuto un nuovo sciopero del settore metalmeccanico, che ha portato in piazza decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore, con un buon tasso di adesione.

Con riferimento a una delle tre grandi manifestazioni che si sono tenute, ha fatto scalpore una nota della Questura di Bologna, che paventerebbe il rischio di denuncia per il reato di blocco stradale - introdotto dal cosiddetto “Decreto Sicurezza” - per i partecipanti al corteo che ha determinato la chiusura di un tratto di tangenziale e lunghe code sugli svincoli autostradali. Storicamente, lo sciopero, le manifestazioni e i cortei perseguono più obiettivi: rendere evidenti forme di dissenso e/o di protesta rispetto a una determinata questione e coagulare attorno a tali questioni quante più persone possibili. È possibile, se non inevitabile, che lo sciopero e le manifestazioni collegate creino disagi alla cittadinanza ed è anche per questo motivo che, dal 1990, si è introdotta in Italia una specifica disciplina che regolamenta l’esercizio del diritto di sciopero – diritto costituzionalmente riconosciuto – con l’obiettivo di contemperarlo con l’esercizio di altri diritti di pari grado (quali, ad es., il diritto alla salute, il diritto alla libertà di circolazione). L’aver recentemente introdotto nuove ipotesi di reato, come il blocco stradale, rischia di comprimere in maniera eccessiva l’esercizio di altri diritti costituzionali, come la libertà di espressione del pensiero e di riunione. Non finisce, inoltre, l’illusione panpenalista che affligge il nostro Paese ormai da molti anni, quella secondo cui basterebbe l’introduzione di nuovi reati a dare risposte immediate a problemi ben più vasti e complessi.

La manifestazione dei metalmeccanici dello scorso 20 giugno potrà essere, quindi, uno dei primi banchi di prova delle norme varate dall’attuale Governo per verificarne la tenuta.

La piattaforma sindacale presentata nei mesi passati è una piattaforma unitaria, presentata dalle tre più importanti confederazioni di categoria: FIOM, FIM e UILM, così come gli scioperi finora proclamati nel settore sono stati finora unitari. In un momento storico in cui stiamo registrando una inedita frattura del fronte sindacale, che vede la CISL da un lato e CGIL e UIL dall’altro, c’è da chiedersi se non sia più utile, a tutela dei diritti di lavoratrici e lavoratori, il percorso avviato dalle tre categorie metalmeccaniche e se non possa essere questo un elemento di riflessione.

Infine, venendo al merito della piattaforma sindacale, ci sono aspetti di rilievo, come ad esempio “una sperimentazione contrattuale con l'obiettivo di raggiungere progressivamente una riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore settimanali”. Il tema della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario è tema che già nel passato abbiamo affrontato in questa Rivista, non come presa di posizione ideologica, ma cercando di analizzarne i possibili risvolti positivi. Il settore metalmeccanico, in cui la tecnologia nelle sue varie sfaccettature può davvero aiutare ad incrementare la produttività e supportare il lavoro umano, potrebbe essere uno di quelli che fa da apripista su questa tematica, aiutando ad aprire un dibattito sul tema.

Altro tema significativo riguarda gli appalti: in questo caso, si chiede che le aziende e imprese in appalto operanti nel contesto produttivo inerenti ad attività che rientrano nell’ambito di applicazione del CCNL, applichino lo stesso CCNL, con l’evidente finalità di scoraggiare il dumping contrattuale, che determina minori tutele e anche maggiori rischi per la sicurezza sul lavoro.

Da ultimo, il tema degli aumenti salariali: in un momento storico delineato da grande incertezza sul futuro e da un’inflazione galoppante che solo da poco inizia ad allentare la sua morsa sui portafogli dei lavoratori, diventa essenziale riconoscere loro aumenti adeguati. Anche su questo speriamo e crediamo che il CCNL dei metalmeccanici possa rappresentare un esempio virtuoso, in particolare per il datore di lavoro pubblico, che non sembra essere attestato sulla stessa linea dei suoi omologhi privati nei rinnovi contrattuali. Quadrato Rosso

[*] Presidente della Fondazione Prof. Massimo D’Antona E.T.S.

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