Anno XIII - n° 71

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Settembre/Ottobre 2025

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La previdenza integrativa in Italia: un pilastro per il futuro


di Claudio Palmisciano [*]

Claudio Palmisciano 46

Il sistema pensionistico italiano è un argomento di dibattito costante e fonte di preoccupazione per molti lavoratori. Le riforme susseguitesi negli anni, l'invecchiamento della popolazione e le dinamiche del mercato del lavoro hanno reso sempre più evidente la necessità di affiancare alla pensione pubblica un'integrazione che garantisca un tenore di vita dignitoso. In questo contesto, la previdenza complementare (o integrativa) emerge come una soluzione cruciale per pianificare il proprio futuro finanziario.


Perché aderire: una scelta di lungimiranza


L'adesione a un fondo di previdenza integrativa non è una scelta dettata dalla "difficoltà" del sistema pensionistico pubblico, ma piuttosto dalla sua struttura e dalla sua evoluzione. Il sistema pubblico italiano, basato sul metodo di calcolo contributivo, lega l'importo della pensione ai contributi versati durante la vita lavorativa. Con carriere discontinue e un'aspettativa di vita in aumento, il rischio è che l'assegno pensionistico pubblico sia insufficiente a coprire le spese e a mantenere il proprio standard di vita.

È qui che entra in gioco la previdenza complementare. Essa non si propone di sostituire la pensione pubblica, ma di integrarla, creando un secondo pilastro che possa sopperire a eventuali lacune. I vantaggi non sono solo economici, ma anche di pianificazione. In un mondo del lavoro sempre più flessibile e incerto, avere un “piano B” per il futuro è una scelta di responsabilità e lungimiranza.

Un altro aspetto fondamentale è il vantaggio fiscale. Le somme versate ai fondi di previdenza complementare sono deducibili dal reddito complessivo fino a un massimo di 5.164,57 euro all'anno. Questa deducibilità si traduce in un risparmio fiscale immediato. Inoltre, i rendimenti dei fondi sono tassati con un'aliquota agevolata, notevolmente inferiore rispetto a quella applicata ad altre forme di investimento.


Sicurezza e garanzia: un sistema di vigilanza rigoroso


A differenza di altre forme di investimento, i fondi di previdenza integrativa sono sottoposti a una rigida normativa e a un sistema di vigilanza che garantisce la sicurezza e la trasparenza nella gestione dei risparmi dei lavoratori. Sebbene non si possa parlare di "assoluta garanzia di stabilità", in quanto nessun investimento è totalmente privo di rischi, il sistema italiano è strutturato in modo da proteggere il risparmio previdenziale.

I fondi di previdenza complementare sono gestiti in modo estremamente prudente. La normativa prevede che gli investimenti siano diversificati e che non possano essere fatti in strumenti finanziari ad alto rischio. Inoltre, le somme versate dai lavoratori sono di fatto separate dal patrimonio del gestore del fondo. Ciò significa che in caso di fallimento o insolvenza del gestore, il patrimonio dei lavoratori è protetto e non può essere utilizzato per soddisfare i creditori.

La sicurezza del sistema poggia su diversi pilastri:

  1. Vigilanza: l'attività dei fondi è costantemente monitorata da un'autorità indipendente.
  2. Trasparenza: i fondi sono tenuti a fornire periodicamente informazioni chiare e complete ai propri iscritti.
  3. Separazione patrimoniale: il patrimonio del fondo è autonomo da quello della società di gestione.


La Covip: il ruolo di garante


L'ente che svolge il ruolo di garante e di vigilanza sui fondi di previdenza complementare in Italia è la COVIP, la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione. Istituita nel 1993, la Covip è un'autorità amministrativa indipendente, con il compito di assicurare il corretto funzionamento del sistema di previdenza complementare.

Il ruolo della Covip è fondamentale per la tutela degli iscritti. La Commissione:

  • Vigila sulla gestione dei fondi pensione, verificando che gli investimenti siano coerenti con gli obiettivi di gestione e che vengano rispettate le norme di legge.
  • Controlla la trasparenza e la correttezza delle informazioni fornite ai lavoratori, assicurando che le comunicazioni siano chiare e non fuorvianti.
  • Valuta la solvibilità e la stabilità dei fondi, intervenendo in caso di irregolarità o di situazioni di rischio.
  • Applica sanzioni in caso di violazioni della normativa.
  • Tutela gli iscritti in caso di controversie o reclami, agendo come una sorta di difensore civico.


La presenza della Covip rappresenta un forte deterrente contro pratiche scorrette e un'ulteriore garanzia per i risparmiatori. La sua indipendenza e i suoi poteri di vigilanza rendono il sistema di previdenza complementare italiano uno dei più sicuri a livello internazionale.


Fondi negoziali e fondi aperti: un confronto


In Italia, l'offerta di previdenza complementare si divide principalmente in due grandi categorie: i fondi pensione negoziali (o "contrattuali") e i fondi pensione aperti.

Caratteristica Fondi Negoziali (CCNL) Fondi Aperti e PIP
Istituzione Previsti da Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) o accordi interaziendali. Istituiti da banche, assicurazioni e società di gestione del risparmio (SGR).
Adesione Riservata a lavoratori di specifici settori o aziende. L'adesione può essere automatica (silenzio-assenso) o volontaria. Accessibili a tutti, indipendentemente dal settore lavorativo o dalla professione.
Gestione Gestione paritetica tra rappresentanti dei lavoratori e delle imprese. Gestione affidata a professionisti del settore finanziario.
Costi Generalmente hanno costi di gestione molto bassi grazie alla loro natura non-profit e alle economie di scala. I costi possono variare notevolmente; in genere, sono più elevati rispetto ai fondi negoziali.
Contributo Datore Possibilità di un contributo aggiuntivo da parte del datore di lavoro, a fronte del contributo del lavoratore. Questo è un vantaggio economico notevole e unico. Il contributo del datore di lavoro non è previsto, se non per specifici accordi aziendali.
Trasparenza L'adesione è vincolata al CCNL, quindi le informazioni sono standardizzate e condivise. Le condizioni possono variare e richiedono un'attenta valutazione comparativa.

I fondi negoziali rappresentano la forma di previdenza complementare più vantaggiosa per i lavoratori dipendenti, soprattutto grazie al contributo del datore di lavoro. Questo contributo aggiuntivo rappresenta un vero e proprio "regalo" che accresce notevolmente il montante finale. Inoltre, i costi di gestione estremamente contenuti li rendono una scelta economicamente molto più efficiente.

I fondi aperti e i Piani Individuali Pensionistici (PIP), pur non offrendo il contributo datoriale, offrono maggiore flessibilità. Sono la soluzione ideale per lavoratori autonomi, liberi professionisti o per chi non può accedere a un fondo negoziale. Permettono una scelta più ampia di linee di investimento e, in alcuni casi, possono offrire servizi aggiuntivi. Tuttavia, è essenziale valutare attentamente i costi e la solidità della società che li gestisce.

In conclusione, la previdenza integrativa non è un'opzione, ma una necessità per chiunque voglia costruire un futuro finanziario solido. La scelta tra un fondo negoziale e un fondo aperto dipende dalle proprie esigenze e dalla propria situazione lavorativa, ma in ogni caso, l'adesione è un investimento nella propria serenità futura. Quadrato Rosso

[*] Direttore Esecutivo della Fondazione Prof. Massimo D’Antona ETS

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