Anno X - N° 54

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Novembre/Dicembre 2022

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Anno X - N° 54

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Effemeridi • Pillole di satira e costume

Un Natale di altri tempi


di Fadila

Fadila 54 1Mi piacerebbe che questo racconto servisse a suscitare ricordi felici nelle persone della mia generazione e fosse d’insegnamento per quelli delle generazioni successive. Noi bambini negli anni quaranta cominciavamo ad annusare l’aria delle festività natalizie con grande anticipo. In un periodo in cui la fame era compagna di strada per la grande massa degli italiani, salvo pochi fortunati, preannunciavano pranzi sontuosi in almeno tre dei quindici giorni di vacanza. Un pezzo di carne era il nostro desiderio, poiché raramente nella normalità quotidiana era apparecchiata a tavola. E poi i dolci fatti in casa dalle mamme, disponibili a colazione per tutte le mattine dei giorni di vacanza. Ma non era solo il cibo a renderci felici. Era l’atmosfera unica che trasformava l’umanità che ci circondava. I volti e gli sguardi della gente sembravano meno tristi del consueto; era una breve pausa che assopiva il timore per il futuro. E il presepe col suo incanto ne rappresentava l’essenza.

Era quello il periodo, dopo una guerra carica di lutti e sofferenze, in cui nel nostro Paese la maggior parte degli esseri umani portava avanti la propria vita stentatamente col lavoro nei campi e con mestieri che a malapena davano lo stretto necessario per tirare avanti. Né dopo il duro lavoro di un’intera giornata c’erano elementi di distrazione per alleviare la fatica. Si andava a letto presto la sera perché non c’era la televisione e gli apparecchi radio erano ancora una rarità; giornali e libri, poi, erano appannaggio di un ristretto numero di persone per l’ancora diffuso analfabetismo e per la scarsa disponibilità di risorse destinate ai bisogni primari. Le difficoltà erano strettamente legate all’entità del nucleo familiare. Mediamente le famiglie, soprattutto nel mondo contadino che era maggioritario, avevano un numero di figli, non sempre voluti, elevato. Un risultato dei condivisi precetti religiosi e del mancato utilizzo di mezzi contraccettivi. Così la gestione spesso diventava un incubo, soprattutto per le donne considerate a volte meno importanti degli animali da soma e comunque l’ultima ruota del carro.

L’inizio aveva qualcosa di desiderato con impazienza da entrambi i componenti la coppia cui la religione e la morale con i loro tabù escludevano la possibilità di relazioni intime prima del matrimonio. I figli maschi erano i benvenuti, le femmine suscitavano invece preoccupazione perché era condivisa l’idea che avessero un costo senza ritorno. La vita per i più era breve, minacciata dai tanti pericoli legati ai periodici eventi bellici, alla cattiva alimentazione, alla mancanza d’igiene, alle epidemie e alle malattie i cui rimedi sanitari erano inadeguati e inefficaci, salvo quelli costosi limitati a una ristretta cerchia di benestanti, perché all’epoca la medicina non era gratuita e non c’era nulla che somigliasse al nostro pur criticato e criticabile servizio sanitario nazionale.

La stessa religiosità, in quei tempi molto diffusa, era umiliata perché infarcita di ritualità create non per spiegarne anche agli umili i principi ma per intimorire e rendere succube la massa alle gerarchie del potere.

In questa realtà così difficile la festività rappresentava una pausa per attutire le pene e mettere momentaneamente da parte le preoccupazioni per l’avvenire; quelle natalizie per la loro durata davano un respiro più ampio a questa necessità. Chi appartiene alla mia generazione può ricordare quei tempi con gioia perché nonostante tutte le difficoltà aveva il bene supremo della gioventù che è in grado di nascondere le brutture della realtà per farla apparire piacevole. A quelli delle generazioni successive che sono vissuti nella società del benessere, spero che possa servire da stimolo per superare l’attuale periodo tra i più difficili della nostra storia in cui, tuttavia, anche lo standard della povertà si è elevato rispetto al passato. Quadrato Rosso

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