Effemeridi - Ciao, Francesco

di Fabrizio Di Lalla [*]

ErcolaniIn memoria di Francesco Ercolani

Lo scorso mese di dicembre è deceduto, vittima di un incidente della strada, il Dr Francesco ERCOLANI, Amico di sempre e Presidente del Collegio dei Probiviri della Fondazione Prof. Massimo D’Antona. Fabrizio DI LALLA, a nome di tutto il Consiglio d’Amministrazione e degli Amici tutti della Fondazione, ha scritto un ultimo messaggio di saluto al Dr. Ercolani che riportiamo integralmente.



Caro Francesco,

scusa il ritardo, dovuto alla incredulità per quel che ti è successo; tramortito e senza alcuna voglia, finora, di prendere carta e penna. Non tanto per l’evento in sé, temuto, misterioso e incomprensibile, ineluttabile per tutti gli esseri viventi. Ne eravamo entrambi talmente consapevoli che a volte, interrompendo la lunga sequela d temi futili, abbiamo affrontato l’argomento, questo macigno che incombe sulla nostra testa, partendo da posizioni diverse. Tu credente e per questo abbastanza corazzato per farvi fronte, lo indicavi come una tappa verso un mondo migliore, promesso ai timorati di Dio; io agnostico, manifestavo il mio timore per la consapevolezza che esso rappresentasse l’estremo traguardo, dove la corsa della vita da me tanto amata si ferma per sempre. La paura era in parte temperata dalla consapevolezza che la morte ha anche un utile aspetto di deterrenza perché, incombendo minacciosa sulla realtà, ridimensiona la nostra presunzione di essere arbitri del nostro e altrui destino.


Il mio sbigottimento, pertanto, è dovuto alle sue cause e alle modalità in cui si è verificato. Essere messo sotto, tanto da perderci la vita, da un anonimo automobilista, per giunta sulle strisce pedonali, non è stato da te. Sono certo che se fosse capitata a me una cosa simile, mi avresti sfottuto a tempo indeterminato.


Questi atteggiamenti canzonatori, d’altra parte, ci erano molto familiari e il senso del burlesco tra noi non mancava mai. Per queste affinità ti ho voluto sempre bene e sono stato in sintonia con te, fin dal momento in cui ci siamo conosciuti. Quel fisico da coltivatore diretto, celava dentro di sé, un animo sensibile e un’intelligenza sopraffina che trovava la sua massima espressione nel senso di umorismo sempre presente anche nei momenti più difficili e in un ambiente spesso grigio come quello in cui abbiamo lavorato per un lungo periodo. Le tue capacità, poi, si disvelavano nel gioco delle carte.


Quante partite di scopone scientifico, mai in coppia, sempre su sponde opposte. Il tuo compagno di gioco preferito, infatti, era Pasquale Cozzolino, il capo del personale di tanti anni fa che forse qualcuno ancora ricorda. Vincevate spesso perché eravate una coppia affiatata, ma ogni tanto ci lasciavate le penne, come in quella lontana estate, nel cortile di campagna di un nostro comune, caro amico. La batosta fu pesante e scontata la reazione Pasquale che, incapace di assorbire la sconfitta, ne dava inesorabilmente a te la responsabilità. Al contrario, le tue reazioni a tali sfuriate erano cariche di ironia, concluse sempre dall’affermazione che nella vita si vince e si perde.


Non so se ora, nella nuova realtà in cui ti trovi, lo hai incontrato di nuovo e se insieme ad altri compagni hai iniziato una nuova, eterna partita. Se ciò non dovesse essere, riposa in pace.


Fabrizio

[*] Presidente della Fondazione Prof. Massimo D’Antona

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