Anno VII - N° 36

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Novembre/Dicembre 2019

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Anno VII - N° 36

Novembre/Dicembre 2019

Il Ministero del Lavoro
scomparso dall’agenda politica

La parabola discendente ha toccato il fondo


di Fabrizio Di Lalla [*]

Fabrizio Di Lalla 30 31

Ci pare che il Ministero del Lavoro abbia raggiunto il punto più basso della sua parabola da tempo tendente all’irrilevanza; ultimamente è praticamente scomparso dalla scena politica dopo il picco della passata stagione, iniziata nella primavera dello scorso anno in cui aveva attirato il diffuso interesse dell’opinione pubblica. Ci riferiamo al periodo in cui i vertici del ministero lanciavano il progetto, legato alla corresponsione del reddito di cittadinanza, teso a risolvere il problema della disoccupazione nel nostro paese in modo radicale e una volta per tutte..

Dopo che quel folle e insulso progetto si è rivelato per quel che era, un’ipotesi assurda, elaborata da dilettanti, come da noi denunciato più volte, ed è fallito miseramente, il ministero è stato avvolto da un silenzio che ne testimonia la raggiunta irrilevanza. Quel che un tempo era uno dei punti di forza dell’esecutivo perché la politica sociale del paese era una cosa seria e un obiettivo primario della classe dirigente, oggi è come se fosse già stato eliminato nell’attuale agenda politica dell’esecutivo. Quel che stiamo scrivendo non è per un malevolo atteggiamento nei confronti dall’attuale classe politica del nostro paese, ma la pura e semplice constatazione di una dura e triste realtà.

Di Lalla 36 1La prova del nove, purtroppo l’abbiamo verificata sul sito ministeriale dove non abbiamo trovato nulla che possa indicare una qualche tabella di marcia su progetti e programmi. Solo attività convegnistica e bandi di borse di studio: attività lodevoli ma insufficienti a dare un adeguato contributo nel settore del lavoro.
L’assenza di progettualità è un fatto grave e non sarebbe giustificata neanche se il nostro fosse il paese di Bengodi. Né ci pare che vada meglio per le agenzie e gli istituti che hanno il compito istituzionale in materia di lavoro; soprattutto le agenzie. L’Anpal tiene la bocca chiusa sulle mirabolanti promesse sull’occupazione. Eppure il suo presidente è quello che aveva magnificato le tecniche di collocamento dello stato del Mississippi da dove è venuto senza rendersi conto delle enormi differenze dei due mercati del lavoro. Il silenzio colpevole riguarda anche i mass media che di fronte a un tale fallimento sembra non abbiano nulla da dire. Per quel che riguarda l’Ispettorato del lavoro, poi, i progressi nei risultati, attesi dopo la riforma, non si sono verificati. In questo caso, è doveroso dirlo, la responsabilità va attribuita più che ai vertici gestionali, alla responsabilità del governo in carica all’epoca della riforma che ha subito passivamente le richieste delle varie lobby che hanno snaturato il progetto originario mettendo in condizioni operative difficili il personale ispettivo dell’agenzia e degli istituti.

L’aspetto più grave della situazione è che tale vuoto progettuale e l’inefficienza operativa stanno avvenendo in un momento in cui massima è la sofferenza dei lavoratori ed estesa l’entità dei disoccupati soprattutto tra i giovani delle regioni più disagiate come il meridione. Quadrato Rosso

[*] Giornalista e scrittore. Consigliere della Fondazione Prof. Massimo D’Antona Onlus ETS

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