Anno IX - N° 46

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Luglio/Agosto 2021

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Anno IX - N° 46

Luglio/Agosto 2021

Effemeridi • Pillole di satira e costume

La vera libertà


di Fadila

L’altra sera sono andato a mangiare fuori di casa in uno dei tanti accoglienti ristoranti che si trovano nella zona dei Castelli alle porte di Roma, un territorio tra i più belli d’Italia. Ho ripreso contatto con la realtà esterna grazie all’inoculazione della doppia dose del vaccino, dopo il lungo isolamento dovuto alla pandemia. Forse proprio per questo più di sempre sento la necessità di stare a contatto con la gente, dopo aver riconquistato la libertà grazie agli sforzi della scienza.

È stata una serata splendida in cui il caldo, attenuato ma non scomparso del tutto, trasformato in piacevo lepore che accarezzava l’ambiente esterno grazie a una provvidenziale brezza. Ho fatto le cose per bene, in regola con le norme e la mia coscienza: ho effettuato la prenotazione del tavolo e mi sono recato all’appuntamento, fornito di debita mascherina. D’altra parte tutto era in ordine in quel locale: i camerieri avevano lo stesso presidio sul volto e i tavoli erano debitamente distanziati.

All’inizio c’era ancora poca gente, poi pian piano gli avventori a gruppi o in coppia sono arrivati in tanti fino ad occupare tutti i tavoli all’esterno, dov’ero anch’io, e nell’ampio salone interno. Tutti indossavano le mascherine che abbassavano o le toglievano una volta seduti ai rispettivi tavoli. L’atmosfera nel corso della serata era diventata sempre più gioiosa come se l’umanità volesse dimenticare il triste passato o recuperare il tempo perduto, che non appare tale solo ai bambini e ai giovani. Uno sguardo d’insieme mostrava tutta la gioia di vivere tornata sulla terra. Era un’immagine così lontana da quella falsa che emerge dalle diatribe politiche e dai resoconti dei mass media.

A questo proposito su tutte le prime pagine dei giornali con titoli a volte a caratteri cubitali, si è dato un ampio risalto, sicuramente oltre il dovuto, alle manifestazioni dei no vax e simili svoltesi in varie città d’Italia contro il green pass come fossero effettuate da milioni di partecipanti. Invece, si è trattato di poche migliaia, un’esigua minoranza rispetto agli oltre sessanta milioni di cittadini che abitano nel nostro Paese che non è spaccato in due. Sul vaccino è d’accordo la stragrande maggioranza e questo va ribadito con forza senza le ambiguità insite in qualche organo di stampa. Certo la minoranza in democrazia, anche se esigua va rispettata e vanno tutelati i diritti degli appartenenti anche da chi non condivide le loro idee.

Sono del parere, quindi, che se rifiutano di vaccinarsi hanno tutto il diritto di farlo e nessuno può o deve imporre un diverso comportamento. Ma la libertà non può trasformarsi in licenza. Un cittadino è a sua volta un datore di lavoro, lavoratore, sanitario, docente, discente o altro. Ognuno di essi ha degli obblighi nello svolgimento delle proprie attività che ne delimitano la libertà; obblighi derivanti da leggi che si sono succedute nel tempo e hanno reso la comunità sempre più protetta dalla violenza o libertà sfrenata dei più forti. Tanto per fare un esempio se un datore di lavoro disponesse della sua libertà integrale che aveva prima della presa di coscienza dei lavoratori, assumerebbe le persone di suo gradimento, darebbe retribuzioni al minimo, non pagherebbe i contributi o la liquidazione e il licenziamento sarebbe affidato alla sua discrezione. L’evoluzione della società e la conquista dei diritti da parte dei lavoratori hanno limitato quello che una volta era il suo potere o la sua libertà.

Questo vale anche per le vaccinazioni. Tu sei libero di fare le tue scelte, ma poi nei confronti della società hai degli obblighi cui non ti puoi sottrarre.

Poiché il green pass è un utile strumento di contenimento del virus, va usato fino al raggiungimento dell’immunità di gregge dovuta alle vaccinazioni. Per quel che mi riguarda sono orgoglioso di averlo intanto perché sono riuscito a scaricarlo cosa che all’inizio non mi è sembrata proprio facile e poi perché mi fa sentire un cittadino veramente libero; un passaporto che mi consente di muovermi come mi pare, in piena libertà.

Come affermavo in una precedente chiacchierata con i lettori, siamo in guerra contro un nemico che non fa sconti a nessuno e l’alto numero dei caduti è lì a dimostrare la sua pericolosità. Nei suoi confronti siamo stati impotenti finché non è arrivato il vaccino, l’unica arma che può sconfiggerlo. Tutto il resto è un inutile chiacchiericcio. Quadrato Rosso

© 2013-2022 - Fondazione Prof. Massimo D'Antona