Anno XI - n° 55

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Gennaio/Febbraio 2023

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Anno XI - n° 55

Gennaio/Febbraio 2023

Un anno pieno di sfide


di Matteo Ariano [*]

Matteo Ariano 46

Il 2023 si è aperto, per la Fondazione, con sfide importanti. Dopo un 2022 in cui abbiamo svolto molte attività, cercando di fare rete con altri soggetti, nel 2023 ci aspetta una scadenza importante: l’iscrizione al Registro Unico del Terzo Settore (RUNTS) e la registrazione della Fondazione come Ente del Terzo Settore.

Nel corso del 2022 abbiamo molto dibattuto al nostro interno sulle modifiche statutarie necessarie, avvalendoci anche del supporto di professionisti del settore, per poter presentare domanda di iscrizione. Così, nelle scorse settimane abbiamo finalmente tenuto un’assemblea straordinaria per poter approvare formalmente il nuovo statuto e avviare la pratica di iscrizione al RUNTS. Uno dei punti salienti del nuovo Statuto – che ora passa al vaglio del RUNTS – è la possibilità di iscriversi alla Fondazione anche per dipendenti di enti pubblici che svolgono compiti istituzionali in materia di diritto del lavoro e di legislazione sociale. Questo consente alla Fondazione di mantenere salde le proprie radici nella propria compagine di riferimento, quella del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e delle sue due agenzie strumentali, ma anche di ampliarla a chi, sempre in ambito pubblico, svolge attività simili o affini. È un modo con cui la Fondazione vuole aprirsi all’esterno senza snaturare il proprio essere, che è quello di soggetto incentrato sul mondo del lavoro e sulle sue molteplici problematiche e sfaccettature. Una volta che l’iter di iscrizione si sarà concluso, si aprirà quindi una nuova pagina, con l’obiettivo di traghettare la Fondazione nel futuro.

Ariano 55 2 1A proposito di sfide: un’altra sfida sembra profilarsi all’orizzonte per la compagine amministrativa che si occupa di lavoro. Nelle scorse settimane, difatti, è trapelata da più parti l’intenzione governativa di considerare tramontata l’esperienza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e di riportare l’intera struttura di quest’Agenzia nell’alveo ministeriale. Senza entrare nel merito di questa scelta – perché le scelte politiche non sono mai totalmente giuste o sbagliate –, ciò che lascia perplessi è il silenzio che la circonda. Negli anni che hanno preceduto sia l’approvazione della legge delega che il decreto legislativo 149 ci fu dibattito: incontri tra Governo e parti sociali, assemblee di lavoratori, manifestazioni, articoli di stampa e altro. Insomma, fu una scelta preceduta e accompagnata da un’ampia discussione; dopodiché, il decisore politico – nel bene o nel male – assunse una scelta. Stupisce, invece, che una scelta così importante, che non investe semplicemente una singola struttura burocratica ma le attività che sono svolte, attività che impattano sulla vita di imprese e lavoratori, avvenga senza un adeguato dibattito.

In un editoriale di qualche mese fa, auguravo che le riforme del lavoro – in quanto impattanti sulla vita quotidiana di tutti i cittadini – non rispondessero a una logica “tribale” o “feudale” della democrazia, ma che fossero improntate all’interesse della Nazione. Ciò che ha permesso a molte norme scritte nel passato di continuare a sopravvivere, pur in nuovi contesti sociali ed economici cambiati, è proprio la capacità di avere uno sguardo lungo, proiettato oltre convenienze e contingenze immediate. Questo accade nel momento in cui la Politica (con la “P” maiuscola) guarda all’interesse della “πόλις” e ha la capacità e la forza di confrontarsi sul serio con tutte le istanze che provengono dalla cittadinanza, facendo poi scelte che cerchino di fare sintesi fra i vari interessi in gioco, senza guardare solo a singoli raggruppamenti. Quadrato Rosso

[*] Presidente della Fondazione Prof. Massimo D’Antona

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