Anno XI - n° 59

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Settembre/Ottobre 2023

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Anno XI - n° 59

Settembre/Ottobre 2023

Una proposta operativa per la prevenzione degli infortuni

L’indice di Capacità Risposta Organizzativa


di Marco Vitelli [*]

Marco Vitelli 59

In un’ottica di miglioramento dell’efficacia degli interventi di prevenzione, la partecipazione delle rappresentanze dei lavoratori (sia aziendali sia RLS / RLST) è indispensabile nel trovare degli indicatori capaci di rappresentare in che modo le aziende si attivino in risposta ad eventi con potenziali ricadute negative sulla salute e sicurezza di lavoratrici e lavoratori.

Sarebbe utile costruire un algoritmo di stima di tale capacità, la cui lettura possa immediatamente mettere il fruitore nelle condizioni di interpretare lo stato di salute organizzativa di un’azienda o ente.

In questo elaborato si propone uno strumento di valutazione della capacità organizzativa delle singole aziende/enti, ossia uno strumento utile alla correzione delle dinamiche che portano o potrebbero portare ad eventi avversi (“near miss” / segnalazioni RLS e OOSS / infortuni / malattie professionali / aggressioni).

Di fronte a questi eventi, le aziende o gli enti possono avere capacità e volontà organizzative differenti, che si tratti di una fattispecie che coinvolge una o più persone o di diverse fattispecie che coinvolgono singole persone o diverse lavoratrici e lavoratori.

Gli eventi possono essere molteplici e di varia natura, ma il parametro che risulta fondamentale conoscere è il tempo di intervento dopo il verificarsi di uno di essi. L’assunto è: più è veloce la risposta organizzativa, più è efficace ed efficiente il sistema.

Lo strumento, pensato come piuttosto elastico, potrebbe essere utilizzato come strumento di valutazione delle performance aziendali in termini prevenzionistici, e inoltre, considerando le fattispecie “near miss” e “segnalazioni”, come strumento di partecipazione sindacale e di buone pratiche.

Per la fattispecie “segnalazione”, in particolare, la volontà di condivisione con le rappresentanze dei lavoratori segna un punto di forza della buona fede aziendale; inoltre, in questo caso si avrebbe la possibilità di verifica incrociata della registrazione corretta dei tempi di risposta a fronte di un evento.

Si determinerebbe, quindi, un circuito virtuoso di confronto tra datore di lavoro ed RLS/RLST in perfetta sintonia con la filosofia del D.Lgs. 81/08, oltre che di buone pratiche di relazioni sindacali.

Vitelli 59 1Inoltre, dotandosi di buone pratiche sul sistema di prevenzione, le aziende potrebbero trarre benefici economici da eventuali finanziamenti esterni ed avere un positivo ritorno di immagine sia a livello commerciale che istituzionale in quanto un indice di capacità di risposta organizzativa (CRO) elevato sarebbe un buon biglietto da visita in caso di intervento ispettivo.

C’è da dire che con l’utilizzo di questo strumento le aziende si espongono a una autovalutazione dell’efficacia della propria organizzazione e per di più dovrebbero compilare in maniera pedissequa le schede di registrazione di ogni evento e registrare le tempistiche di intervento.

Le tipologie “near miss” / segnalazione RLS OO.SS. / infortunio / malattia professionale / aggressione dovrebbero essere trattate ciascuna con un proprio sviluppo in quanto per infortuni, malattie professionali, aggressioni, si potrebbero determinare interventi esterni che falsano la volontà di attivazione delle aziende.

Se ad esempio, a seguito di un infortunio intervenisse un organismo di vigilanza con esito in prescrizione “entro 5 giorni”, e tale evento fosse registrato nella relativa scheda con soluzione a 5 giorni, tale risposta organizzativa – non necessariamente dettata da volontà aziendale – risulterebbe premiare la capacità di risposta organizzativa, ma questa tempistica sarebbe, in questo caso, dettata da fattori esterni e non da volontà/capacità interne.

Potrebbe essere, pertanto, appropriato non considerare eventi in cui intervengano condizioni analoghe a quelle appena descritte per avere un dato reale delle capacità (e volontà) organizzative aziendali.

Al fine di valutare e misurare la capacità di reazione nella gestione degli eventi avversi in una un’azienda/ente, che possono rappresentare potenziale rischio per la salute e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori, vi è il bisogno di un lasso temporale ben definito che permetta, qualora necessario di apporre i giusti correttivi. Si potrebbe immaginare che la misurazione possa avvenire periodicamente ogni 12 mesi, ad esempio in occasione della riunione periodica annuale. Sarebbe anche utile costituire un tavolo permanente di monitoraggio.

Scendendo più nel dettaglio della proposta, vediamo come funziona l’indice di Capacità di Risposta Organizzativa. Gli elementi presi in considerazione per il calcolo sono:

  • il numero di eventi (segnalazioni, ecc.); 
  • il tempo entro il quale si risponde agli eventi; 
  • la quantità di lavoratrici e lavoratori coinvolti.

Viene quindi assegnato un peso al lasso temporale intercorso tra quando l’evento diviene noto e quando viene trovata la soluzione (tempo di risposta). Il valore corrispondente al peso viene moltiplicato per un fattore correttivo, determinato dal personale coinvolto nel problema. Questo fattore di correzione mette in risalto la qualità organizzativa, perché è un moltiplicatore che “premia” azioni a largo impatto (la capacità organizzativa, appunto).

Tutti i casi registrati per ogni gruppo di lavoratrici e lavoratori interessati (P1,P2,P3) così corretti vengono sommati e divisi per il numero totale degli eventi. Ne scaturiscono quindi tre medie ponderate, per le quali procederemo a farne una ulteriore.

Gli elementi di calcolo da considerare ai fini del risultato finale sono:

Determinanti della valutazione e misurazione del grado di capacità di risposta dell’azienda/Ente:

  • tempo di risposta (t)
    0 - ad un anno non è stato posto in essere alcun intervento correttivo
    1 - a 10 mesi è stato posto in essere l’intervento correttivo
    2 - a 8 mesi è stato posto in essere l’intervento correttivo
    4 - a 6 mesi
    6 - a 3 mesi
    8 - entro 2 mesi
    10 - entro i 20 gg
  • fattori di correzione dell’attività indagata personale esposto (P)
    P1 persona - 1
    P2 da 2 a 5  - 1,5
    P3 oltre - 2
  • C = casi per ciascun tempo di risposta (t)

Il valore risultante andrà letto nella tabella che segue, dalla quale si evincerà una stima di come l’organizzazione, chiamata ad affrontare problematiche in materia di salute e sicurezza, sa rispondere dal punto di vista organizzativo.

Se il valore finale va da 0 a 3, ne potremo desumere una nulla o scarsa capacità di reazione nella gestione degli eventi; più precisamente, se il risultato dell’applicazione della formula fosse 0, significherebbe che non vi è stata alcuna risposta correttiva, con le ovvie considerazioni che ne deriverebbero.

Se va da 3 a 6 ne potremo desumere una media capacità di reazione nella gestione degli eventi;

Se va da 6 a 9 ne potremo desumere una buona capacità di reazione nella gestione degli eventi;

Se va da 9 in su ne potremo desumere un’ottima capacità di reazione nella gestione degli eventi. Se il risultato della formula fosse uguale o maggiore di 9, vorrebbe dire che è presente un buon meccanismo di risposta organizzativa e che l’azienda/ente ha un grado di reattività elevato.

La formula avrà quindi il seguente sviluppo:

Vitelli 59 1

Si considera la sommatoria dei valori di risposta per ogni singolo lasso temporale, moltiplicato per il numero di casi con medesime caratteristiche, considerando le tre casistiche “1 lavoratore”, “da 2 a 5 lavoratori”, “oltre i 5 lavoratori”. Per ciascuna fattispecie si divide per il numero di casi occorsi così da avere 3 parziali. Il risultato finale (CRO) si ottiene sommando i tre parziali e dividendo per 3.

Vitelli 59 2Una possibile estensione dell’accuratezza dell’analisi si potrebbe ottenere assegnando un moltiplicatore che sia legato a coefficienti prestabiliti come, ad esempio, la gravità del singolo evento, il numero dei dipendenti totali di una azienda, o altre specifiche a cui si decida di dare peso.

Un esempio pratico potrà aiutare a far chiarezza anche rispetto alla formula sopra descritta.

L’azienda “X” ha ricevuto 24 segnalazioni da parte degli RLS cui ha risposto con i seguenti tempi:

  • a 2 non ha risposto nell’arco dell’anno (riguardavano 1 persona)
  • a 4 ha risposto in 10 mesi (riguardavano da 2 a 5 persone)
  • a 14 ha risposto in 3 mesi (riguardavano da 2 a 5 persone)
  • a 2 ha risposto in 2 mesi (riguardavano almeno 6 persone)
  • in 2 casi ha risposto entro 20 gg (riguardavano da 2 a 5 persone)

Lo sviluppo del calcolo, secondo i criteri sopra descritti, restituisce come risultato finale un valore pari a 9,36, il che sta a significare che l’azienda ha un’ottima capacità di reazione organizzativa.


Ogni buon sistema di prevenzione dovrebbe prevedere la collaborazione di tutte le figure individuate dal D. Lgs.81/08, a partire dal Datore di Lavoro fino ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. L’indice di Capacità di Risposta Organizzativa è stato pensato con questo spirito. La capacità di collaborare, di contaminarsi vicendevolmente con esperienza e sapere, la capacità di elaborare soluzioni percorribili nella parte attuativa delle misure di contrasto ad infortuni e malattie professionali dovrebbero rappresentare l’orizzonte a cui tendere, non solo per il bene di lavoratrici e lavoratori, ma anche per il bene delle aziende stesse. Quadrato Rosso

[*] Dottore di ricerca in Scienza della Prevenzione e Responsabile Salute e Sicurezza FP CGIL.

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