Anno XI - n° 60

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Novembre/Dicembre 2023

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Anno XI - n° 60

Novembre/Dicembre 2023

Le politiche attive del lavoro in Veneto: sfide e opportunità


di Tiziano Barone [*]

Tiziano Barone 60

Veneto lavoro


Uno degli obiettivi prioritari di Veneto Lavoro, in qualità di ente regionale che ha in carico la direzione e il coordinamento operativo dei Centri per l’impiego del Veneto, è l’attivazione delle persone alla ricerca di un lavoro. Ciò può avvenire tramite un’attività di incontro tra domanda e offerta di lavoro, soprattutto per utenti con competenze immediatamente spendibili sul mercato del lavoro, oppure favorendo l’accesso alle politiche attive disponibili sul territorio da parte dei disoccupati che necessitano di aggiornare o riqualificare le proprie competenze, nonché per persone con bisogni più complessi. Parliamo, in Veneto, di una platea di circa 200 mila persone l’anno tra disoccupati veri e propri, inoccupati e scoraggiati.

Sul primo versante, come rete pubblica dei servizi per l’impiego del Veneto, siamo in grado di processare circa 2.500 offerte di lavoro ogni mese per un totale di 5-6.000 posti di lavoro sempre disponibili. Oltre ai servizi standard di orientamento e accompagnamento al lavoro, per rendere più efficace l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro organizziamo regolarmente iniziative di recruiting aziendale, territoriale e settoriale, che abbiamo chiamato “IncontraLavoro” e che vengono progettate e organizzate sulla base degli specifici fabbisogni professionali espressi dalle aziende.

In termini di innovazione organizzativa abbiamo fatto nostri già da alcuni anni alcuni principi di project management, introducendo due nuove figure dedicate alla gestione degli utenti con l’obiettivo di garantire a ciascuno di loro (lavoratori/disoccupati o aziende) un operatore di riferimento dedicato, in grado di gestire in maniera mirata e individuale l’insieme dei servizi erogati dal Centro per l’Impiego. Il case manager costituisce la figura di riferimento per gli utenti lavoratori, in grado di affiancarli in tutto il loro percorso di inserimento lavorativo, mentre le aziende “clienti” possono contare sulla figura dell’account manager, non solo per quanto riguarda i servizi di incontro tra domanda e offerta di lavoro e il monitoraggio dei fabbisogni di personale, ma anche in materia di collocamento mirato delle persone disabili, disponibilità di misure di politica attiva e incentivi all’assunzione, e tutto ciò che più in generale ha a che fare con la qualificazione delle risorse umane.


Le politiche attive in Veneto


In tema di politiche attive del lavoro, l’obiettivo in questi anni è stato quello di garantire un maggior equilibrio tra strumenti di sostegno al reddito e opportunità formative, di orientamento e di accompagnamento al lavoro in grado di rimettere sul mercato quanti, per obsolescenza delle competenze, mismatch con le richieste del tessuto imprenditoriale locale, età o altre condizioni soggettive, rischiano di rimanere esclusi in maniera duratura dal mercato del lavoro regionale.

Barone 60 1Da questo punto di vista, il Programma Garanzia Giovani, nato sulla scorta di un’iniziativa europea contro la disoccupazione giovanile e declinato su base nazionale e regionale attraverso appositi piani esecutivi, ha avuto il merito di rappresentare uno dei primi tentativi di uniformare i servizi erogati in tutte le regioni italiane in merito a uno specifico target di utenti (Neet di età compresa tra i 15 e i 29 anni). A livello nazionale il Programma ha evidenziato luci e ombre, con sensibili differenze tra una regione e l’altra, ma in Veneto ha dato buoni risultati, tanto da rappresentare, per taluni aspetti, un modello da seguire per analoghe misure. In poco più di 8 anni Garanzia Giovani ha coinvolto in Veneto oltre 150 mila ragazzi e ragazze, molti dei quali (il 76%) hanno trovato lavoro dopo l’adesione, inserendosi poi in pianta stabile nel mercato del lavoro.

Sulla scorta di quell’esperienza, il Veneto ha sperimentato analoghe misure di politica attiva riservate ai destinatari che rimanevano esclusi da Garanzia Giovani, ovvero gli over 30, prima interessati da una molteplicità di interventi distinti tra loro. Sono nati così prima Garanzia Adulti e poi l’Assegno per il Lavoro, una misura che consentiva ai soggetti disoccupati di età superiore ai 30 anni di usufruire di un titolo di spesa dal valore massimo di 5.796 euro da utilizzare in cambio di servizi gratuiti di informazione, orientamento, counseling, formazione e supporto all’inserimento/reinserimento lavorativo erogati da una rete di oltre 100 enti privati accreditati su tutto il territorio regionale.

Barone 60 2Gli elementi di innovazione contenuti nell’Assegno per il Lavoro, che costituiscono tuttora un modello per l’attuazione delle politiche attive in Veneto, sono prevalentemente la stretta connessione tra servizi pubblici per l’impiego ed enti privati accreditati nella presa in carico dell’utente disoccupato; la libertà di scelta da parte dell’utente riguardo all’ente presso il quale usufruire dei servizi previsti; la determinazione dell’Assegno sulla base del profilo di occupabilità del destinatario, ovvero della distanza dal mercato del lavoro; la riconoscibilità del valore dell’Assegno direttamente all’ente erogatore, ma in buona parte subordinato al raggiungimento del risultato occupazionale (in caso di insuccesso all’ente veniva riconosciuta solo una quota relativa ai servizi effettivamente erogati).

Il modello veneto delle politiche attive del lavoro si è fondato per lungo periodo su queste due semplici e analoghe misure, capaci nel loro insieme di coprire potenzialmente l’intera platea di disoccupati: Garanzia Giovani per i disoccupati under 30 che non studiano e non lavorano e Assegno per il Lavoro per gli utenti con più di 30 anni d’età.

Barone 60 3Secondo un’analisi condotta nel 2021 dall’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, incardinato nella struttura organizzativa di Veneto Lavoro e che ha tra le sue funzioni proprio quello di valutare l’impatto delle politiche del lavoro attivate, la partecipazione a una o più misure di politica attiva può rivelarsi un fattore vincente in termini di ricollocazione. I disoccupati inclusi in un percorso di Garanzia Giovani o che hanno beneficiato di un Assegno per il Lavoro, mostrano infatti tassi di ricollocazione sensibilmente più elevati rispetto alla media e che già dopo 12 mesi (nel caso di Garanzia Giovani) o 24 mesi (Assegno per il Lavoro) dall’inizio della disoccupazione superano l’80%.


Il programma GOL


L’entrata a regime di GOL, il Programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori che rappresenta il cardine della riforma del sistema delle politiche attive del lavoro previsto nell’ambito del PNRR e valido su tutto il territorio nazionale, costituisce in qualche modo un’evoluzione di quegli strumenti che in Veneto erano già diventati di utilizzo comune. Il valore aggiunto di GOL è quello di delineare con precisione e in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale il perimetro all’interno del quale muoversi, ovvero i gruppi destinatari delle diverse misure di politica attiva in tutta Italia, anche attraverso l’introduzione di un’attività di assessment articolata che comprende non solo una profilazione dell’utente quantitativa ma anche qualitativa e, quindi, un’analisi multidimensionale del bisogno.

Le persone più vicine al mercato del lavoro, che non presentano gap di competenze, possono beneficiare di un percorso di reinserimento lavorativo basato su azioni di orientamento e accompagnamento al lavoro. Per i disoccupati a rischio esclusione sono invece previsti percorsi di aggiornamento (upskilling) o riqualificazione (reskilling) delle competenze, con interventi di formazione di breve o media-lunga durata, da 3 fino a 6 mesi. GOL dedica poi percorsi dedicati a chi ha bisogno di un’assistenza che supera la sfera lavorativa e che include anche bisogni socio-sanitari, con azioni multidisciplinari in sinergia con la rete dei servizi territoriali. Non mancano infine percorsi di ricollocazione collettiva rivolti a gruppi di lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendale.

Barone 60 4In Veneto l’attuazione di GOL si articola in tre ambiti di azione: per i disoccupati inseriti nei percorsi di reinserimento lavorativo o formazione viene ripreso il modello dell’Assegno per il Lavoro, attraverso l’assegnazione di un “voucher” che può essere utilizzato presso gli operatori privati che hanno aderito al Programma. Gli utenti più svantaggiati vengono inseriti in progetti di ampio partenariato con i servizi territoriali, a parte dai SIL delle ULSS, mentre quelli coinvolti in situazioni di crisi aziendale sono coinvolti in progetti di ricollocazione, anche attraverso il supporto dell’Unità di Crisi di Veneto Lavoro, struttura regionale che si occupa di supportare aziende e lavoratori proprio nelle situazioni di crisi.

In Veneto GOL ha coinvolto finora 135 mila persone, la metà dei quali identificate come “ready to work” e inserite nel percorso di reinserimento lavorativo, con un tasso di ricollocazione attualmente pari al 44%.

Per facilitare la scelta da parte del disoccupato dell’ente accreditato al quale rivolgersi, abbiamo predisposto il Catalogo delle Offerte di Politica Attiva del Lavoro (OPAL), un servizio online disponibile sul portale www.cliclavoroveneto.it, che raccoglie tutti i percorsi di formazione, orientamento e supporto nella ricerca di impiego promossi dagli enti accreditati nell’ambito del Programma GOL e non solo.


Criticità e opportunità di sviluppo


Nell’attesa di valutare con maggiore precisione gli effetti di tale programma di misure, entrato pienamente a regime da poco più di un anno, nel quadro delle politiche attive disponibili sul territorio, emergono già alcune criticità, che rappresentano allo stesso tempo delle opportunità di miglioramento.

La prima, un disallineamento tra domanda e offerta di politiche attive sul territorio, che non sempre coincidono. Dobbiamo quindi capire quali corsi servono e dove. Su questo, abbiamo promosso una serie di iniziative di “animazione territoriale” il cui obiettivo è quello di individuare e promuovere interventi di politica attiva flessibili che rispondano davvero alle esigenze sia degli utenti che delle imprese del territorio. Lo facciamo incrociando bisogni e desiderata degli utenti e richieste professionali espresse dal mercato del lavoro (anche sulla base delle specificità locali), effettuando una mappatura dei corsi avviati sul territorio, di quelli in partenza e delle relative esigenze di copertura, e promuovendo incontri territoriali di confronto con i principali attori dell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

I primi riscontri ci dicono che le maggiori criticità consistono proprio in proposte che non sempre si rivelano in linea con le aspirazioni dei destinatari e percorsi impegnativi da seguire in termini di mobilità territoriale e modalità di erogazione.

Quindi, che fare?

La priorità è introdurre misure che agevolino l’accesso alle politiche. Mi riferisco a interventi preliminari, come corsi di lingua per utenti stranieri, la cui scarsa o del tutto assente conoscenza della lingua italiana potrebbe rivelarsi ostacolo insormontabile per l’accesso alle politiche, e a facilitazioni per gli utenti che sono già nelle condizioni di accedere ai percorsi, ma che, per ragioni economiche o soggettive, hanno bisogno di un supporto, quali mezzi di trasporto per raggiungere la sede del percorso formativo, aiuti nell’alloggio, strumenti di welfare e altre facilitazioni.

Incontro tra domanda e offerta di politiche attive e condizioni di accesso alla politica sono le due direttrici lungo le quali muoversi per costruire un sistema di supporto all’inserimento lavorativo funzionale ed efficace, sia per gli utenti disoccupati che per le imprese del territorio. Quadrato Rosso

[*] Direttore di Venetolavoro

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